Rivalutazione del fondo TFR con impatto sui bilanci 2022

L’incremento inflazionistico comporta l’accantonamento di maggiori costi per il TFR in azienda.
L’attuale scenario macro-economico ha conseguenze rilevanti sia per le imprese che per i lavoratori.
Nella fase di accumulo, con tassi d’interesse bassi e bassa inflazione la scelta di lasciare il TFR in azienda piuttosto che destinarlo alla previdenza complementare ha generalmente conseguenze limitate, per entrambe le parti in causa.
Con l’incremento dell’inflazione e dei tassi d’interesse si pone il problema dell’effettivo rendimento delle somme accumulate dal dipendente.
Con riguardo al 2022, la fiammata dei prezzi porterà verosimilmente un beneficio ai lavoratori che hanno mantenuto il TFR in azienda, dal momento che, difficilmente, la previdenza complementare quest’anno garantirà rendimenti superiori a quelli dell’indicizzazione civilistica.
Nel medio periodo, invece, occorre valutare se ci saranno cambiamenti di scenario e come potrebbero influire sui conti aziendali.
Per questo il nostro servizio di Amministrazione del Personale (0523 603100) è a disposizione per analizzare insieme le singole posizioni delle aziende associate e individuare quale spazio di manovra potrebbe rivelarsi scelta azzeccata.